Da tempo immemorabile, tutti i popoli si sono sempre interrogati
sulla natura della vita e della morte, sul concetto di anima. Nel corso della storia, qualcuno ha sempre cercato di sconfiggere
la morte, compiendo studi sull’immortalità o su come riportare in vita i defunti. In maniera diversa per ogni popolo,
risposte a queste domande sono giunte in veste di miti, leggende, o attraverso la religione.
Al giorno d’oggi, per quanto il procedimento sia ancora
avvolto nel mistero e altamente insicuro, la maggior parte delle culture sono in grado, in qualche modo, di riportare indietro
dei soggetti dalla morte; in più, alcuni grandi e geniali praticanti delle arti necromantiche sono in grado di estendere la
loro vita virtualmente all’infinito, mentre tutti i necromanti sono in grado in maniera più o meno marcata di rianimare
corpi morti da tempo come automi privi di volontà sottoposte al controllo del loro creatore, o come esseri con una volontà
nuova indipendente da quella del defunto.
Diverse sono le teorie che spiegano come tutto questo sia possibile:
per quanto ogni cultura e religione dia una chiave di lettura diversa, è possibile tracciare dei punti in comune tra quasi
tutti i popoli. Il concetto più diffuso e accettato anche dalla maggior parte degli atei, è che l’anima sia una componente
fortemente legata al corpo e che la vita cessi quando questo legame si spezza. Una vera resurrezione si ha quando attraverso
prodigi, incantesimi o altre soluzioni soprannaturali, il collegamento tra anima e corpo viene ristabilito in maniera persistente.
Quando un soggetto muore, la sua anima si separa dal corpo e vaga,
talvolta senza meta, scopo o coscienza, anche per l’eternità; se un guaritore è in grado di ritrovare l’anima
del defunto e di ristabilire il collegamento col corpo di appartentenza, o l’anima è spontaneamente in grado di ritrovare
il suo corpo e un guaritore riesce a ricongiungerla con esso, si ha la resurrezione.
Nei casi più gravi, quando non è possibile recuperare il corpo,
talvolta alcuni incantatori possono rievocare il corpo del defunto da una zona remota e di rigenerarlo, o anche di ricrearlo
dal nulla qualora questo fosse troppo danneggiato.
Quando un’anima vaga per troppi anni senza essere ricongiunta
con il suo corpo di appartenenza, ancora non è precisamente chiaro a che destino vada incontro: la maggior parte degli atei
sostengono che queste si dissolvano semplicemente col tempo, mentre alcune popolazioni sospettano che queste raggiungano una
forma di vita dopo la morte.
Talvolta, alcune anime sembrano non scomparire mai e si insediano
in tombe, rovine, case stregate, stanze o altri luoghi ai quali presumibilmente dovevano essere legate in vita; in alcuni
casi, queste anime possono assumere nuova corporeità, addensandosi progressivamente in forme nuove come fantasmi, spettri
o altre varietà di non morti, vivendo a cavallo tra il mondo materiale e il mondo degli spiriti e adottando non di rado una
natura maligna.